Nella casa in cui abitavamo c'era un cortile con un piccolo pollaio.
Un giorno, in presenza di papà, una gallina morì. “Domani questa gallina la prepari al ragù. E prepara anche le orecchiette,” disse. Quella gallina faceva gola a mio padre, soprattutto in quel periodo di assoluta povertà, e al solo pensiero di un buon piatto di carne al sugo si leccava già i baffi. La mia mamma rispose dicendo: “Io non voglio il ragù, voglio le orecchiette con la ricotta.”
Il giorno dopo, preparò la gallina al ragù e le orecchiette con la ricotta per sé.
Mentre tutto era in tavola, papà, guidato dal nemico, disse: “Va bene! Mangia le orecchiette con la ricotta, però dopo mangerai anche la carne!” Lei rispose: “No, non la mangio. Non riesco a mangiare la gallina che abbiamo allevato!” Papà ribatté ancora con una parolaccia, e continuò dicendo: “Tu non la mangi perché gli evangelisti non mangiano la carne degli animali morti?” (Ancora oggi molti non conoscono la differenza tra le due parole “evangelista” ed “evangelico”). Mio padre era sicuro che mia madre non volesse mangiare la gallina per ubbidire a qualche comando della sua nuova religione, e cercava così di provocarla.
“Bene - disse mia madre - è così per davvero. Sta scritto nella Bibbia di non mangiare carne morta senza che ne sia uscito fuori il sangue e neanche la carne soffocata, perché il sangue è dato al posto dell'anima” (cfr. Atti 15:29).
Dopo quelle parole, papà si infuriò, prese la coppa piena di pasta e la buttò per terra, rompendola. Poi se ne andò via infuriato.
Mia madre, con tanta pazienza, raccolse tutto, buttò via la pasta e disse a noi figli: “Venite, preghiamo il Signore affinché possa perdonarlo e salvarlo.”
Noi, però, avevamo fame. “Venite a tavola e mangiate almeno la carne!” ci disse. Ma, siccome facevamo attenzione a tutto quello che la mamma e il papà dicevano, noi rispondemmo: “Mamma, ma non sta scritto nella Bibbia di non mangiare carne morta?”
A quella domanda lei rispose: “Avete ragione, figli miei! Vi darò qualcos'altro da mangiare.”
Papà, a sera tardi, rientrò e noi figli eravamo già andati a letto.
Mio padre posò sul tavolo un cartoccio e mia madre, come se nulla fosse successo, lo aprì e vide dei fegatini crudi (era la prima volta che li portava crudi, le altre volte li aveva portati sempre già cotti).
Mia madre, a quel punto, disse: “Cosimo, come vuoi che li prepari? Fritti o arrosto?” “Come vuoi tu, non mi importa,” rispose. Prese una bottiglia vuota e andò a prendere del vino.
Mia madre, con la pazienza e la forza che le dava il Signore, disse fra sé e sé: “Li preparerò metà fritti e metà arrosto, per evitare ogni discussione.” Accese il fuoco (perché non c'erano ancora forni in casa a quei tempi), preparò la carne e nel frattempo arrivò mio padre, che disse: “Sveglia i bambini: devono mangiare insieme a noi.” Così mangiammo tutti in tranquillità, e non ci fu nessuna lite.
Trascorsi alcuni giorni, mio padre confessò alla mamma: “Tu hai un punto in più del diavolo, perché quando ho portato i fegatini crudi l’altra sera, tu, anziché essere arrabbiata per quello che era successo a pranzo, li hai preparati lo stesso. Io, invece, mi aspettavo che tu non li cucinassi e mi ero preparato a darti una scaricata di botte! Come sempre, invece, tu ti sei comportata bene.” A quel punto la mamma disse: “Non sono stata io a comportarmi bene, ma è stato grazie a quel Gesù in cui io credo e che, invece, tu maltratti!”
[Nota: Maria agì in coscienza davanti a Dio, rifiutandosi di mangiare la carne della gallina che era morta senza essere stata sgozzata. Era sincera quando disse di non voler mangiare la gallina che aveva allevato, ma nello stesso tempo sapeva che mangiare un animale morto in quel modo offendeva il Signore e le Sue leggi. La Bibbia, infatti, riporta chiaramente il divieto divino di bere o mangiare il sangue degli animali. (Levitico 17:14; Atti 15:29)]