3. La Dura Prova

Nel 1945, mia madre diede alla luce un altro figlio, che chiamò Luigi (Gino). Dopo alcuni mesi dalla nascita, il bambino ebbe una forte febbre e si ammalò di meningite.

A causa di questa disgrazia, gli si piegò la testa all’indietro, tanto che la nuca toccava il dorso della schiena; per mangiare, il bambino doveva essere messo a pancia in giù.

Secondo mio padre e secondo tutti i familiari, sia dalla parte sua sia dalla parte di mia madre, tutti non credenti, la colpa di questa maledizione ricadeva su mia madre, perché si era convertita all'Evangelo. La insultavano, la umiliavano, e addirittura le dicevano che San Cosimo (il Patrono di Massafra) stava castigando lei e la sua famiglia per colpa della sua “nuova religione.”

Mia nonna materna le diceva: “Maria, guardati allo specchio… non vedi che la tua faccia è simile a quella del diavolo?!” Così, mia madre fu allontanata da tutta la sua famiglia.

Papà cominciò a impedirle di frequentare la casa di Angela Maria, unico luogo dove mia madre ascoltava la Parola di Dio e aveva la possibilità di pregare con pochi altri credenti evangelici.

Lei, anziché recriminare, continuava a parlare di Gesù; tante volte diceva a mio padre: “Dai anche tu il cuore a Gesù e vedrai quanto è bello. Ascolta la Sua Parola e preghiamo insieme, e Lui [Gesù] farà la Sua opera.” Ma più mia madre diceva queste parole, più mio padre s’infuriava, con la conseguenza che il suo divieto di frequentare la sorella si faceva ancora più rigido.

Pur di continuare ad ascoltare la Parola di Dio, mia madre andava di nascosto da Angela Maria e cercava sempre di non dare l'opportunità a mio padre di arrabbiarsi per l'ennesima volta. Per nascondere le sue uscite, organizzava il pranzo e tutte le faccende sempre con precisione e in tempo perfetto (visto che lui cercava sempre il pelo nell'uovo per attaccarla). Il Signore, però, la proteggeva sempre e sia nel parlare sia in tutte le cose che faceva le donava forza, tanta calma, e saggezza.

Tutto il vicinato continuava, però, a insultarla, ripetendole continuamente che tutto il suo peccato lo stava scontando il piccolo figlio, che restava malato nonostante la sua fede. Lei, imperterrita per carattere ma soprattutto per la certezza di essere sulla strada giusta, quella di Dio, continuava a testimoniare il fatto che Gesù salva e guarisce.

Nel 1947 nacque un’altra bambina, che chiamarono Rosa Antonia (Antonietta).